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Anatocismo Bancario e Usura

Cosa significa anatocismo bancario?

Con il termine anatocismo (dal greco anà – di nuovo, e tokòs – interesse) si intende la capitalizzazione degli interessi su un capitale, affinché essi siano a loro volta produttivi di altri interessi (in pratica è il calcolo degli interessi sugli interessi).

Nella prassi bancaria, tali interessi vengono definiti “composti”.

Un esempio di anatocismo è quello di capitalizzare (ossia sommare al capitale di debito residuo) gli interessi ad ogni scadenza di pagamento, anche se sono regolarmente pagati.

Mutui e prestiti con condizioni che potrebbero generare usura

Tutti i prodotti finanziari che hanno dei contratti con clausole usuraie sono illegittimi e si può chiedere l’annullamento con la restituzione di tutti gli interessi pagati.

La Corte di Cassazione infatti (Presidente Carnevale, Relatore Didone), con la sentenza n. 350/2013 del 9 gennaio, oltre a permettere il recupero integrale degli interessi pagati su mutui, leasing e finanziamenti, quando i tassi o le penali superano la soglia di usura, ha recentemente stabilito che il mutuo ipotecario può essere annullato se ricorrono alcuni estremi che lo riportino a superare il tasso d’usura e quindi usufruendo di tutte le possibilità previste dalla Legge 108/96, tra cui la restituzione di tutte le somme versate con l’applicazione del articolo 1815, richiamato anche dall’art. 644 CP e dell’art. 4 della L108/96 che in sintesi prevedono la nullità della clausola contrattuale.

Recita infatti l’art. 1815 sugli interessi:” Salvo diversa volontà delle parti, il mutuatario deve corrispondere gli interessi al mutuante.

Per la determinazione degli interessi si osservano le disposizioni dell’articolo 1284. Se sono convenuti interessi usurari, la clausola è nulla e non sono dovuti interessi”.

Per determinare il tasso d’usura bisogna inserire tutte le somme addebitate dalla banca tra spese, penali, interessi di mora ecc., e l’ammontare complessivo rappresenterà la quota precisa che dovrà determinare il cosiddetto TEG “tasso effettivo globale “, se questo è superiore al Tasso Soglia, (quest’ultimo è il tasso oltre il quale si è in regime di usura) il rapporto è in USURA.

Possiamo difenderti ed ottenere un risarcimento

Gli oneri per la pratica anatocistica sono molto contenuti.

Si limitano al rimborso delle somme ingiustamente estorte con relativi interessi legali.

Non esiste una modalità ufficiale di calcolo, ma la giurisprudenza maggioritaria si è orientata nel senso di applicare in luogo della capitalizzazione trimestrale la capitalizzazione semplice (che non prevede alcuna capitalizzazione) o, più raramente, la capitalizzazione annuale.

Il tasso di interesse è quello legale se non vi è una valida pattuizione e se il contratto è stato stipulato prima del 1/1/1994, entrata in vigore del Testo Unico Bancario (D.Lgs. n. 385 del 1993); ovvero al tasso previsto dall’art. 117 TUB (rendimento medio dei BOT) applicato in senso favorevole al correntista.

Affinché si possa parlare di valida pattuizione è opportuno che vi sia un accordo scritto sottoscritto da entrambe le parti.

Non costituisce valida pattuizione la semplice comunicazione del tasso applicato.

I nostri periti sono in grado di certificare anatocismo ed usura, nei conti correnti, mutui, carte revolving e prestiti, con perizie legali dettagliate e valide ai fini della richiesta di interessi illegittimi e per l’ annulamento di contratti bancari e finanziari. I nostri avvocati, grazie alle nostre perizie, sono in grado di difendervi da azioni legali di banche e finanziarie.

Possiamo richiedere alla banca o finanziaria la restituzione di tutti gli importi illegittimi.

Siamo in grado di verificare e conteggiare l’interesse reale

Il tasso annuo effettivo [i_{eff}] per un tasso nominale [i_{t}] composto [k] volte l’anno, è dato dalla seguente formula:

• [i_{eff} = {\left(1 + \frac{i_{t}}{k}\right)} ^ k – 1]

Ad esempio, per un periodo [t] di 3 mesi, l’interesse ogni anno viene composto k = ( (12 mesi) / (periodo t) ) = 4 volte (= k).

Un tasso passivo [i_t] nominale del 9,94% per uno scoperto di conto corrente, equivale ad applicare un tasso effettivo [i_{eff}] del:

• < >( 1 + 0,0994/4 )*4 – 1 = 10,32 %

per cui risulta non corretto dalla trasparenza bancaria.

Condanna Agos Ducato Spa

Vittoria di un cittadino contro la Agos s.p.a. nella vicenda relativa alla carta revolving denominata “Carta attiva”.

A molti sarà capitato, a seguito della concessione di un finanziamento richiesto per l’acquisto di un televisore, un’autovettura o di altro prodotto di consumo, di ricevere a casa una carta di credito prepagata, meglio conosciuta come “carta revolving”, inviata, in accordo con la venditrice, da una finanziaria, da attivarsi dietro una semplice telefonata.

L’attivazione della stessa comporta la concessione di un prestito personale, rimborsabile dal consumatore ratealmente con l’addebito di interessi, spese e commissioni.

Spesso l’utilizzo della carta avviene senza che il consumatore abbia mai ricevuto le informazioni circa gli elementi essenziali del servizio, le condizioni contrattuali ed i rischi che si incontrano e senza che la finanziaria acquisisca l’esplicito e formale consenso da parte dell’utente.

E’caduta in tale trappola una consumatrice di Civitanova Marche la quale, dopo aver iniziato ad utilizzare la carta revolving, erogata dalla Società Agos s.p.a. e denominata “Carta Attiva”, per degli acquisti ed avendo omesso il pagamento di alcune rate mensili di rimborso,

si era trovata a subire continue richieste di rientro da parte della finanziaria per cifre ben più elevate rispetto a quella inizialmente erogata.

La stessa, allora, assistita dall’Avv. …………, si è rivolta al Giudice di Pace di Civitanova Marche il quale ha riconosciuto la nullità del contratto che aveva dato luogo all’attivazione della Carta Attiva sul presupposto che la pratica attuata dalla Agos s.p.a. di acquisizione del consenso era avvenuta in maniera ingannevole.

Il Giudice di Pace di Civitanova Marche ha, dunque, riconosciuto che la somma richiesta dalla finanziaria non era affatto dovuta e ha condannato la stessa al pagamento delle spese legali.

Si tratta, per quanto noto, della prima sentenza in Italia che sanziona la prassi, già indicata come deprecabile dalla Banca d’Italia, di inviare alla clientela, carte di credito “revolving” senza un preventivo consenso.

Anatocismo

Intervista Presidente Emergenza Debiti Tg RTV38

Usura bancaria

Intervista Presidente Emergenza Debiti Tg RTV38

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